Passando poi per gli Romani che già dal 200 a.C. avevano dei manuali in cui minuziosamente se ne espone la coltivazione. L'asparago fu appunto citato da Teofrasto, Catone, Plinio e Apicio; in particolare questi ultimi due ne descrissero accuratamente non solo il metodo di coltivazione, ma anche quello di preparazione. Sembra che agli imperatori romani gli asparagi piacessero così tanto da far costruire delle navi apposite per andarli a raccogliere, navi che avevano come denominazione proprio quella dell'asparago ("asparagus").
A destra un ritratto di Apicio, gastronomo romano e scrittore di trattati di agraria (da Wikipedia)
Poi ancora il Re Sole, si innamorò del gustoso vegetale nominandolo "le Roi de légumes" e implementandole la coltivazione in tutta la Francia, ed incuriosendo anche i paesi limitrofi tanto che nello stesso periodo storico incominciò a espandersi questo genere di coltivazioni anche in Inghilterra e nei domini Austroungarici.
Ancora oggi l'asparago è servito nelle più umili bettole, e nei ristoranti stellati, dove spesso lo si trova accompagnato dal suo più celebre "complice": l'uovo. Infatti questo è uno di quegli abbinamenti imprescindibile nella gastronomia antica e moderna, una coppia indissolubile, che possano stare a braccetto nei nostri piatti per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento